IL DELEGATO CONI LUCIO TASCHIN INDICA LA STRADA: “TERMINATA L’EMERGENZA, LO SPORT SIA TRAINANTE PER LA RIPRESA”

“Ora è il momento di stare tutti uniti e di allinearci ai buoni comportamenti che ci vengo dati dall’alto. Ma dobbiamo assolutamente pensare al dopo e a come lo sport possa essere un elemento trainante della ripresa”. Lucio Taschin, delegato provinciale del Coni, analizza il momento difficile anche per tutto quel mondo delle associazioni sportive dilettantistiche che di certo dovrà fare i conti con il post Coronavirus.
“Come Coni – afferma Taschin – abbiamo appoggiato fin da subito la creazione di un tavolo regionale voluto dall’assessore allo sport Cristiano Corazzari per dire la nostra. In questo il nostro presidente regionale Gianfranco Bardelle è stato chiaro. Passata l’emergenza sanitaria non si deve tentennare e va creato un fondo per lo sport che dia il segnale che questo Paese crede nell’attività motoria come fondamento principale per la salute dei cittadini e dei giovani in particolare e per dare subito benzina utile per ripartire nella speranza di non raccogliere troppi morti per la strada”.

Quali sono le cose a cui una società sportiva oggi deve pensare in un periodo che mai si era visto anche per lo sport?
“I consigli che mi sento di dare sono diversi – dichiara il delegato del Coni polesano – La mia attenzione in questo momento va soprattutto ai giovani che sono a casa. Tecnici e dirigenti stiano loro vicino, li facciano sentir parte di una comunità in modo tale da alleviare una distanza direi traumatica. Tengano costante il dialogo con le famiglie. E’ anche il momento di ripensare al proprio modello organizzativo, a rivedere i processi con cui vengono svolti i servizi, a ripianificare un budget che sarà sicuramente diverso dal preventivato. E’ il tempo di conoscere cosa vuol dire comunicare e fare marketing nello sport anche utilizzando la digitalizzazione ma soprattutto conoscendo quali saranno le nuove leve di reclutamento dei nostri target. Questa pausa deve essere l’occasione per farci trovare pronti nel giorno che vorrei chiamare della nuova ‘liberazione’. Per uno sportivo studiare e aggiornarsi deve essere una cosa normale. Ora più che mai si possono scoprire opportunità nuove che possono essere capitalizzate successivamente. Lo sport nella nostra vita ci ha insegnato questo e direi che è ora di far vedere di che pasta siamo fatti”.

L’impatto economico che lo sport subirà come può essere superato?
“Le azioni nazionali devono essere forti. Lo sport deve rimarcare un ruolo al pari dell’economia, del turismo, della cultura, del sociale, del commercio. Ma qui anche nella nostra terra non dobbiamo stare con le mani in mano. Abbiamo parlato anche di bonus per quanto riguarda le utenze che gravitano attorno alla gestione dei campi sportivi. Il Veneto ha chiesto a livello centrale l’abolizione della Tari che a Rovigo è una questione molto sentita dall’inizio dell’anno. Dobbiamo insistere per ulteriori sostegni per i costi del fare sport nei vari comuni ma credo che non sia un sacrilegio chiedere ad una parte dell’economia locale, polesana e non, quella che in questo periodo ha continuato a lavorare a gran ritmo come la grande distribuzione alimentare, di fare la sua parte dopo l’emergenza. Dato per scontato l’aiuto all’emergenza sanitaria e alla salute di noi tutti subito dopo una parte dei maggiori profitti registrati in questo periodo secondo il mio parere dovrebbero essere destinati allo sport per dare subito un nuovo impulso. Per ripartire a settembre con qualche cerotto e non con una diagnosi irreversibile. Di certo parte dei tradizionali interlocutori avranno altri pensieri per il 2020 ed è per questo che serve la sinergia e la collaborazione di tutti per assicurare che ognuno possa avere davanti una speranza e non un incubo”.

Quest’anno salta la tradizionale “Festa Young”, un fiore all’occhiello del Coni rodigino e Veneto.
“Purtroppo si. Da quando mi sono insediato ho voluto fortemente questo momento che ha unito giovani ed amministratori locali. Abbiamo girato in lungo e in largo il Polesine e davvero non poterla fare mi addolora. Ma anche in questo caso vediamo avanti e programmiamo, proprio insieme a tutti i sindaci della nostra provincia, una giornata, nello stesso giorno, di festa dello Sport. Sarebbe un segnale incredibile di forza, unione e di speranza”.

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