“BE ACTIVE”, ATTIVI SUI BANCHI DI SCUOLA. UN SUCCESSO RIVELATO DALLA SPERIMENTAZIONE
Sport, scuola e famiglia; successo per il convegno a cinque cerchi che ha rivelato gli ultimi risultati della sperimentazione “Be Active”. Tanti utili consigli ai genitori dallo psicologo Ezio Aceti
Rovigo, 21 gennaio 2020 – Il progetto “Be Active” ha contribuito a migliorare fisico e mente degli studenti polesani. Lo confermano i nuovi risultati scientifici esposti nel corso del convegno “Be Active – Essere attivi tra i banchi di scuola” organizzato ieri sera dal Coni Point di Rovigo, promotore dell’innovativa iniziativa agganciata al progetto “Sport @ Scuola” sostenuto dal bando “Sportivamente” della Fondazione Cariparo. Ambizioso l’obiettivo: dimostrare come l’introduzione di una regolare attività motoria in orario scolastico possa contribuire ad adottare uno stile di vita più sano e a migliorare anche il rendimento scolastico. L’appuntamento formativo si è arricchito inoltre dell’interessante intervento di Ezio Aceti, esperto di educazione e psicologia infantile e adolescenziale, che ha affrontato il tema del delicato rapporto tra sport, scuola e famiglia.
“Saper leggere in che direzione stia andando lo sport fa la differenza – ha esordito Lucio Taschin, delegato provinciale del Coni, accogliendo i tanti genitori, insegnanti e allenatori accorsi nella Sala Mediateca del Palazzo delle Federazioni del Coni in viale Porta Adige a Rovigo – ‘Be Active’ è un progetto in cui abbiamo sempre creduto molto. Oggi presentiamo i risultati di una sperimentazione davvero unica. In più abbiamo la possibilità di ascoltare uno dei più apprezzati psicologi infantili e adolescenziali e di fare tesoro dei suoi consigli”.
I dati dello studio condotto sono stati esposti nel dettaglio dal professore Piero Ambretti, curatore del progetto, e non lasciano spazio a dubbi: dall’analisi statistica dei risultati ottenuti dai test effettuati all’inizio della sperimentazione, nel novembre 2018, e alla sua conclusione, nell’aprile 2019, si rilevano significativi miglioramenti per quanto concerne la funzionalità organica degli studenti sottoposti ai cicli di “pause attive” e alle lezioni di educazione motoria condotte dagli esperti laureati in Scienze Motorie coinvolti dal Coni Point di Rovigo. Il calcolo dell’”Indice di Recupero Immediato”, ricavato mediante il “test di Ruffier”, evidenzia una consistente riduzione nel numero delle pulsazioni cardiache al minuto, -11,59 in meno nei maschi e addirittura -14,93 nelle femmine, che palesa un miglioramento della funzionalità organica pari al 34,84% nei maschi e al 42,48% nelle femmine.
Valori significativi che hanno ottenuto conferma nei risultati dei test sulla forza della presa manuale, effettuati con l’impiego dell’ergomentro (handgrip). Se nei maschi si riscontra un miglioramento corrispondente a circa l’8,22% della forza mediamente espressa con le singole mani (destra e sinistra), che determina un incremento dell’indice di forza di 1,18 kg (da 13,16 kg nel 2018 a 14,34 kg nel 2019), nelle femmine i risultati appaiono ancora più evidenti con un incremento del livello medio di forza espressa di 2,14 kg pari al 15,70%, (da un indice medio pari a 11,42 kg nel 2018 ai 13,56 kg nel 2019).
“I dati sono relativi ai test effettuati da cinque istruttori che hanno operato in sei scuole primarie nei tre distretti scolastici della Provincia di Rovigo, alto, medio e basso Polesine, nei mesi di novembre 2018 e aprile 2019 – ha spiegato il professore Ambretti – L’obiettivo della ricerca era verificare gli effetti indotti dell’attività motoria nei bambini frequentanti la classe terza elementare in un determinato periodo di tempo”. Analizzati complessivamente i risultati della sperimentazione dimostrano “uno sviluppo dell’efficienza funzionale del sistema cardio-circolatorio che, nel periodo considerato, ha incrementato la sua efficacia – prosegue Ambretti – nonché un miglioramento evidente anche a livello muscolare, anche se va considerato che un anno di crescita, nella fascia di età corrispondente, può sicuramente avere influenzato l’incremento della forza muscolare”. Lo sport e l’attività fisica, dunque, migliorano la funzionalità organica dei giovani e, con essa, può averne beneficio anche il rendimento scolastico.
Il successo di “Be Active” è stato sottolineato anche da Fabio Vettorello, referente per l’educazione fisica dell’Ufficio scolastico provinciale, che ha partecipato attivamente alla pianificazione del progetto. “I risultati dimostrano come grazie alle pause attive anche lo stato d’animo dei bambini sia migliorato, al pari del livello generale di attenzione in classe – ha ricordato – Lo scopo del progetto è diffondere la cultura del movimento, nella speranza che poi le scuole la coltivino autonomamente. Anche per questo alla fine del progetto abbiamo fornito a ogni classe dei kit di materiale sportivo”.
La seconda parte del riuscito convegno ha avuto come protagonista Ezio Aceti, graditissimo ospite del Coni Point di Rovigo. Il noto psicologo ha affrontato il tema del delicato rapporto tra sport, scuola e famiglia, fornendo utili punti di vista e consigli ai tanti docenti, genitori, dirigenti e tecnici presenti. “Scuola e famiglia sono ancorati a sistemi educativi troppo vecchi. Le emozioni oggi hanno invaso tutto, il terreno in cui stanno crescendo i nostri figli è completamente diverso da quello in cui siamo cresciuti noi adulti, ci sono tante dipendenze emotive – ha sottolineato – Ma il problema è che i genitori, gli insegnati e gli allenatori non conoscono davvero i bambini di oggi. Ci sono due grandi errori educativi: il primo sono le regole, i castighi e le punizioni, il secondo è il modernismo. Per questo l’importante è stabilire insieme una nuova alleanza educativa tra scuola, famiglia e sport, ma per costruirla bisogna innanzitutto togliere i pregiudizi. Non bisogna cadere nella trappola di pensare che la realtà sia quella che vediamo: la realtà è quello che noi facciamo esistere. La magna carta dell’alleanza educativa dovrebbe dunque basarsi su pochi principi: prendere atto dei pensieri dell’altro, costruire situazioni in cui il ragazzo possa provare successo e non fallimento, dare senso e controllo alla vita, essere degni d’affetto, mostrare di sé ai ragazzi un’immagine sempre positiva”.