ATLETICA ITALIANA IN FERMENTO: CRIPPA SUPER NELLA MARATONA
E’ decisamente un bel momento per l’atletica leggera italiana, che, in questo inizio 2024, continua a sfornare primati in specialità anche diverse tra di loro, segno inequivocabile di una buona salute di tutto il movimento e del buon lavoro che stanno facendo federazione, società, tecnici ed atleti. Proviamo a riassumere alcuni risultati delle ultime settimane, anche se non è proprio facile .. Partiamo dal mezzofondo, con record nazionali abbassati in pochi giorni, sia nei 1500 che nei 3000 dai vari Pietro Arese, Ossama Messlek e Pietro Riva come pure continuano a superarsi a suon di centimetri, nel salto con l’asta, Elisa Molinarolo e Roberta Bruni. Che dire, poi, di Mattia Furlani, strepitoso nel lungo e ai vertici mondiali Under 20, come pure benissimo stanno facendo, nel lancio del peso, Leonardo Fabbri e Zaen Weir, tra i primissimi delle graduatorie mondiali. Ancora molto bene Zayanab Dosso, nei 60 mt. femminili, come pure Lorenzo Simonelli, fresco primatista nei 60 hs… ma dimentichiamo sicuramente qualcuno! Da amanti del podismo e delle lunghe distanze, però, la nostra attenzione non può non andare alla distanza regina, la maratona, con la recente prova di Siviglia che ha dato un bello scossone a tutto il movimento azzurro della 42 km e 195 metri. In terra spagnola Yeman Crippa è stato super, abbassando il primato nazionale di oltre un minuto e portandolo a 2h 06’,06”, tra l’altro con una gestione di gara ottimale: a Siviglia sotto il precedente record di Iliass Aouani (1h 07’,16”) anche Eyob Fanyel, partito addirittura con obiettivi più ambiziosi (2h 05’) ma calato nel finale e concludendo in 2h 07’,09”. Sempre nella stessa gara una grande prestazione per Daniele Meucci che, a 38 anni, dimostra tutta la sua classe abbassando il suo “personal best” a 2h 07’,49” e ottenendo il pass olimpico per Parigi. Selezione olimpica che, alla luce dei risultati, sarò particolarmente difficile, visto che ai 3 azzurri protagonisti a Siviglia sono da aggiungere il precedente primatista, Aouani e “l’altro” Crippa, Nekagenet. Poche illusioni, però, a livello mondiale, dove i tempi dei nostri alfieri si collocano lontanissimi dai vertici mondiali, capeggiati dal keniano Kelvin Kiptum (2h 00’,35”), purtroppo tragicamente scomparso pochi giorni fa in un incidente stradale e dal connazionale Eliud Kipchoge (2h 01’,09”) che fino all’arrivo di Kiptum sembrava imbattibile, atleta già sceso sotto le 2 ore sulla distanza, anche se non in una gara ufficiale. In vista delle Olimpiadi, però, ci si possono aspettare sorprese, visto che la gara con le medaglie in palio è, spesso, tattica, e prevale l’atleta che meglio sa gestirsi. E l’Italia, sotto questo aspetto, vanta un’ottima tradizione con le vittorie di Gelindo Bodin a Seul, nel 1988, e di Stefano Baldini ad Atene, nel 2004. Sognare no costa niente: ce lo hanno insegnato anche i nostri velocisti e Marco Tamberi che, nell’ultima edizione dei Giochi, hanno vinto medaglie d’oro per l’Italia, difficili persino da immaginare!