SACCA DI SCARDOVARI ….. I CONQUISTATORI
Lorella De Bei, lunedì 25 giugno 2018
Stiamo tornando a un anno fa, a quella sera d’estate rimasta ferma nel tempo, quando ci avventurammo di corsa per la prima volta in questi luoghi, in questo lembo di terra in grembo alla Sacca che sembra vegliare sulle piociàre e sulle barche ora a riposo lungo la costa. Cade sempre di lunedì, quando il famoso ristorante è chiuso e non c’è anima in giro, e noi siamo i padroni assoluti del posto, o quasi…
Dai canneti si alzano alcuni garzi disturbati dalle auto che stanno assiepando l’argine mentre na soèta plana con diffidenza sopra la valle per poi allontanarsi dagli invasori abusivi. Il cielo trabocca vermiglio sul mare, nell’ora più melensa della sera quando i colori sono più intensi, come quelli delle magliette che pullulano innumerevoli sulla strada arginale nei pressi di Marina 70 e ogni tentativo di un eventuale censimento è un’impresa ardua, meglio rinunciare. Ci stringiamo tutti per una bella foto davanti al pontile, lo sfondo di madreperla. Ma ci stiamo tutti?
E’ subito chiaro che i pazzi scalpitanti, guidati qui dall’onda emotiva per una sgambata collettiva tra i boschi della Sacca, si siano triplicati dalla prima edizione, e pare materializzarsi la parabola evangelica della Moltiplicazione quando si scorgono damigiane e alacri preparativi attorno ad un tavolo: una sbirciata nei due furgoni aperti ed è più che evidente che qui la faccenda è seria e che i cugini portotollesi che ci ospitano stiano facendo le cose in grande!
E’ una serata eccezionale, il clima è asciutto e lo spirito allegro e scanzonato, “na corseta tuti in compagnia, ciacolando” sembra l’intento e poi invece, count – down in coro… e parte la furia! Nell’aria salmastra e frizzantina scendiamo dalla strada, mentre l’orizzonte si spegne lentamente nel blu cobalto, infilandoci nei sentieri stretti nella folta vegetazione, odore di mentuccia e spagnara fiurì, ogni tanto lo scatto d’ un lievrìn ; alcuni laghetti palustri chiusi tra “tamarisi e saldzi” , qualche ponticello qua e là e una torretta di legno per il birdwatching dalla quale scattare alcune foto . Intanto il gruppone si è sgretolato, ma non ci perderemo di sicuro: i nostri cugini si stanno prestando anche come guide oltre ad aver già ben segnalato le direzioni.
Il sentiero sconfina nelle campagne sfalciate, distese di “melgari” arsi dal sole e mentre si prosegue, tra le chiacchiere, sorgono pure brillanti propositi per promuovere questa avventura, coinvolgendo gruppi podistici anche di altre provincie; farne un evento ufficiale …
Il percorso si inoltra tra i cespugli di biancospino e ginepri, lecci, qualche “amolàro selvadgo” fino ad uscire dallo sterrato , guidando la ciurma nel lungo viale, andandosi a riprendere la strada arginale e lo sguardo sul mare. Mentre si accorcia l’ultimo tratto, giungono intensi gli entusiasmi di quelli già arrivati: chi ha fretta di cambiarsi, chi ronza attorno al ristoro, chi rievoca i momenti della corsa, cercando di difendersi dal flagello delle zanzare, fino a vedere negli occhi, soprattutto dei vecchietti, quel guizzo di gioia davanti al premio ambito, quella frenesia d’infanzia riemersa un anno fa e ritrovata questa sera….Ed è inutile dilungarsi con le parole perché nonostante la frescura si stanno già tuffando dal pontile tra gli schiamazzi, infrangendo di nuovo il luccichio della luna piena che , anche quest’anno, non ha voluto mancare.
Un altro giro di Traminer e nessuna voglia di andare a casa, i bicchieri alzati assaporando già l’attesa di un futuro appuntamento.…
No, non diciamo niente a nessuno, lasciamo perdere i progetti ambiziosi di divulgare questa esperienza ad altre provincie, di far giungere orde di persone ad appropriarsi della nostra conquista, dei sentieri custoditi in questa area naturalistica, della magia di questa landa di quiete…