IL FENOMENO MARATONA

Michele Veronese

Ponte-3aUna riflessione è necessaria sul “fenomeno maratona” visto che il numero degli italiani che hanno corso almeno una maratona nell’arco dell’anno sono stati oltre 31.000 (secondo le statistiche raccolte dal mensile specializzato “Correre”), numero cresciuto di oltre 10.000 unità negli ultimi dieci anni. E se queste cifre fanno impressione, sono addirittura più che raddoppiate in Francia o triplicate in Germania per non parlare degli Stati Uniti che offre un numero di maratoneti da capogiro…. Questo per dire che il numero dei praticanti solo per questa singola disciplina (tra l’altro in continuo aumento….) vale bene un analisi più approfondita di questo mondo. Innanzitutto dove nasce la maratona? I più esperti lo sapranno (è storia..) ma è sempre simpatico sapere come si è arrivati alla singolare distanza dei canonici 42 chilometri e 195 metri (e sì, bisogna fare anche questi!) della maratona. Gara che è stata proposta nei primi Giochi Olimpici dell’era moderna di Atene del 1896, per ricordare un evento storico accaduto nel 490 a.C., anche se al riguardo ci sono varie tesi e parecchio discordanti tra di loro. Pare che (il condizionale è d’obbligo…) tale Filippide, un messaggero dell’esercito ateniese, tornò dalla piana di Maratona per annunciare la vittoria del proprio popolo sull’esercito Persiano, correndo da questa località ad Atene per poi morire di fatica. Al di là del dubbio della reale morte del messaggero (atleti abituati a coprire distanze ben superiori ai 40 km….), questa vicenda ha sempre avuto un alone di leggenda che si è tramandato fino ai giorni nostri. Proprio alle Olimpiadi la maratona deve la sua fortuna ma ha anche contributo ad aumentarne la notorietà: l’episodio olimpico più noto e celebrato, a detta di tutti gli esperti e gli appassionati, è proprio l’arrivo tragico della maratona delle Olimpiadi di Londra del 1908 del nostro Dorando Pietri. E proprio in questa edizione dei Giochi si decise di “codificare” la maratona (che fino a quel momento era su distanze “attorno” ai 40 chilometri): si misurò il percorso che partiva, in onore della regina, davanti al reale castello di Windsor per arrivava allo stadio White City, sotto il palco reale: 26 miglia e 385 yards o 42 chilometri e 195 metri! Da dire anche che, proprio per risaltarne l’importanza, spesso la maratona è stata gara conclusiva dei Giochi Olimpici, mentre, per noi italiani, altri episodi accendono ancora oggi la nostra fantasia come la vittoria in notturna a Roma di Abebe Bikila nel 1960, a piedi scalzi, o le esaltanti vittorie nostrane di Gelindo Bordin a Seoul nel 1988 o l’ancor più recente trionfo di Stefano Baldini ad Atene 2004. Ma pur essendo una prova dalle origini antiche con qualche gara che vanta più di 100 edizioni (vedi la capolista Boston) è solo negli ultimi decenni che la maratona è esplosa prima come numero di gare in tutto il mondo, poi come numero di partecipanti. La capostipite di questa moderna esplosione è stata sicuramente la maratona di New York, giunta quest’anno alla quarantesima edizione: normale partenza in sordina con pochi partecipanti, poi, via via che passavano gli anni, sempre più concorrenti (e sempre più internazionali) tanto che oggi, superati i 40.000 maratoneti alla partenza si studiano partenze ad orari differenziati per aumentare ancoragli iscritti….. Solo per dare qualche cifra che renda in parte conto del livello planetario della manifestazione è il fatto che gli statunitensi che vogliono partecipare sono talmente tanti che devono fare una lotteria per aggiudicarsi il pettorale e che il pubblico presente sul percorso (spesso anche per sei/sette ore…..) è decisamente sopra il milione di unità. Il bello è che, ormai, anche altre maratone nel mondo, come Berlino, Londra, Parigi e alcune altre maratone statunitensi (Chicago, Boston) hanno raggiunto cifre di partecipanti e pubblico simili o vicine a quelle newyorkesi… In Italia il fenomeno è partito leggermente in ritardo e, anche a livello organizzativo, c’è stata, inizialmente, tanta buona volontà e scarsa preparazione in materia. La maratona italiana con più edizioni è quella del Mugello con 36 edizioni: di sicuro gli organizzatori di maratone, ai primi passi, non erano molto “ferrati” in materia. Basti pensare che la prima Maratona di Venezia, corsa 24 anni fa, partì alle 14 del pomeriggio del 18 maggio 1986, con temperatura ed umidità molto alte, cosa impossibile da ripetere (giustamente) ai nostri giorni. A proposito ricordiamo un aneddoto che riguarda il nostro gruppo podistico: alcuni dei nostri atleti furono al via di quella prima edizione ma per un paio di loro non andò benissimo visto che finirono in ospedale disidratati… Tra quelli che la finirono c’era anche quel Milani Luigi rimasto, oggi, uno dei pochi ad aver terminato tutte le edizioni della Venicemarathon. Tornando alle maratone di casa nostra, abbiamo assistito ad un crescendo di gare su questa distanza (dai 55 ai 60 all’anno) e, come già detto, ad un aumento deciso di “finisher” italiani. Un paio di maratone, Roma e Firenze, sono riuscite, addirittura, a superare la fatidica quota 10.000 iscritti in questo 2009 e, sembra, siano ancora in crescita. Quali possono essere i motivi di questa ascesa che porta parecchie persone a pensare alla maratona come ad uno sport a sè stante, slegato dall’atletica leggera?
Proviamo ad analizzare qualche aspetto.

– La maratona è uno sport “universale”: oltre che a correre, praticamente, in tutte le città del mondo, si corre anche a latitudine ed in posti impossibili per altri sport, vedi maratone nel deserto o oltre il circolo polare artico. Questo permette di abbinare la propria passione sportiva con la possibilità di viaggiare e visitare luoghi nuovi, magari anche con un pizzico di avventura.

– La maratona è, probabilmente, lo sport più praticato e visto “dal vivo”. Vero è che molti eventi sportivi hanno pubblici televisivi molto ampi (come le finali dei campionati mondiali di calcio) ma chi può vantare i numeri di spettatori sul percorso (oltre un milione) e di partecipanti (oltre 40.000) delle già citate maratone più famose al mondo?

– Proprio per questo chi corre la maratona, a qualsiasi ritmo lo faccia, non è mai solo (come capita in alcune gare) ma corre sempre in mezzo a tanti altri maratoneti: il pubblico caloroso che incita, inoltre, oltre ad “aiutare” non poco nei momenti difficili della gara, dà tanto la sensazione di una grande festa!

– Nella maratona si parte tutti assieme: non ci sono distinzioni di nessun genere, al via si è solo maratoneti! Inoltre i campioni, anche se partono in prima fila, partono assieme ai “tapascioni”: non è esattamente la stessa gara ma è molto bello, quando capita, avere la possibilità di essere al fianco di un “top runner”, magari nelle fasi di riscaldamento o in quelle pre/post gara.
– La maratona è, comunque vada, una bella avventura: nonostante la fatica sopportata e indipendentemente dal tempo impiegato, quando si riesce a portarla a termine è sempre una bella soddisfazione!! Portare a termine una gara di 42,195 km fa aumentare la fiducia in se stessi; molti, addirittura, si commuovono e piangono una volta tagliato il traguardo….
– A parte una percentuale bassissima, di solito, chi parte per una maratona non lo fa (come in tante gare domenicali) per portare a casa un premio, una coppa o un trofeo: qua si corre, in generale, contro se stessi, ma forse neppure “contro”: molti cercano di migliorare il proprio personale sulla distanza, altri per battere gli amici di società, i più solo per provare ad arrivare nelle migliori condizioni possibili!!
– La maratona non è più vista, come alcuni anni fa, come una distanza inarrivabile: con una preparazione mirata di qualche mese anche chi ha iniziato a correre da poco può portare a termine una distanza così impegnativa. Meglio, comunque, non iniziare a correre con l’obiettivo di fare subito una maratona (come invece capita spesso …) ma darsi qualche tempo (di solito un paio d’anni) in modo che il nostro organismo riesca pian piano ad assimilare il numero crescente di chilometri che si vanno a percorrere.
Giunti a questo punto la domanda che nasce spontanea è: “ma dove può arrivare il fenomeno maratona?”. Sicuramente crescerà ancora il numero di partecipanti così come ogni anno si assiste anche ad un aumento di pubblico che incita gli atleti lungo le strade, segno tangibile del consenso crescente che la disciplina riscuote presso un po’ tutte le persone. La aziende del settore continueranno ad investire sempre di più nella maratona, anche perché stimolate da atleti che diventano, negli anni, sempre più esperti ed esigenti: e le città di tutto il mondo continueranno ad abbinare la maratona al turismo locale, visto le 42 km portano migliaia di persone (dobbiamo conteggiare anche familiari e accompagnatori degli atleti) anche in periodi “morti” per il turismo. Se poi questa crescita sarà accompagnata da una crescente consapevolezza che il benessere fisico e psichico di un individuo passa attraverso una attività fisica seria e costante (come il podismo) allora, forse, sarà difficile arrestarla! Buona corsa a tutti.

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